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Cuba è un grande esempio di ciò che è possibile fare nel mondo

L'Avana, 29 apr (Prensa Latina) La giovane María Alejandra Rincón, oggi in visita a Cuba come membro della Brigata XVII Primo Maggio di Solidarietà e Volontariato, ogni volta che parla di Cuba ha un tremito nella voce, le brillano gli occhi e si emoziona.

Convocata dall’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP), la Brigata XVII Primo Maggio e la canadese Ernesto Che Guevara riuniscono fino al prossimo 7 maggio più di 280 amici provenienti da 24 nazioni.
Nel quartier generale della Brigata, il campo internazionale Julio Antonio Mella, situato nella provincia occidentale di Artemisa, l’attivista statunitense ha conversato con Prensa Latina dei fatti del giugno del 2023, quando è stata detenuta a Washington, mentre cercava di incontrare il senatore Robert Menéndez, per denunciare la politica anti-cubana.
Era accompagnata da altri tre amici dei movimenti di solidarietà con Cuba negli Stati Uniti, tra cui Gail Walker, direttrice esecutiva dell’organizzazione interreligiosa Pastori per la Pace (IFCO), che l’ha introdotta alle azioni di solidarietà con Cuba, ha spiegato.
“Abbiamo avuto molti incontri con diversi deputati cubano-americani e democratici e siamo andati nell’ufficio di Menéndez perché sostiene il bloqueo economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba”, ha detto l’assistente sociale della città di Charlottesville, nello stato della Virginia.
Sapevamo anche che Menéndez si occupava di relazioni internazionali e rappresentava il Partito Democratico (lo stesso di Barack Obama e Joe Biden), ha indicato.
Ricorda che al momento della richiesta del colloquio è stato loro detto innanzitutto che il senatore non aveva tempo e non poteva occuparsene; allora chiesero di aspettarlo; ma sono stati invitati a lasciare l’ufficio.
Si sono rifiutati di andarsene finché non si fosse svolta la riunione, portando cartelli con frasi come: “Cuba, sì! Menéndez, no!”, “Menéndez, viva Cuba!” e “Abbasso il bloqueo”.
“Come cittadini statunitensi abbiamo ritenuto che fosse nostro diritto parlare con il senatore di politica internazionale”, ha osservato Rincón.
Quindi, il personale dell’ufficio ha chiamato il 911 e sono stati arrestati ed ammanettati dalla polizia, dopo che gli è stato negato l’incontro con Menéndez.
“Ci hanno tenuto in prigione per diverse ore, ci hanno interrogato in modo incisivo, hanno preso le impronte digitali, le fotografie e volevano accusarci come criminali comuni”, ha concluso.

Ig/ebe

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