Dopo la chiusura di questo valico di frontiera da parte delle Forze di Difesa Israeliane, l’organizzazione ha avvertito del rischio che le sue operazioni sul terreno si trovano ad affrontare, mentre la popolazione inizia a spostarsi dal governatorato situato a sud dell’enclave.
Il portavoce del segretario generale António Guterres, Stéphane Dujarric, ha insistito sul rispetto del diritto umanitario e sulla necessità di avere accesso ai rifornimenti dopo la chiusura dei valichi di Rafah e Kerem Shalom, gli unici disponibili per le attività umanitarie.
Allo stesso tempo ha confermato che con il progredire dei dialoghi, la mancanza di carburante e di cibo potrebbe avere conseguenze catastrofiche in questa zona che ospita più di un milione di palestinesi.
“I civili a Gaza devono essere protetti e le loro necessità primarie soddisfatte, sia che siano sfollati, sia che restino. Coloro che partono devono avere abbastanza tempo per farlo, così come un percorso e luoghi sicuri dove andare”, ha concluso la sua conferenza stampa.
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