In una conferenza stampa, davanti all’istituzione giudiziaria, i partecipanti hanno respinto il recente decreto emesso dal presidente Daniel Noboa, sulla creazione di un comitato per il ritiro progressivo delle attività petrolifere nel blocco 43-ITT, nel Parco Nazionale Amazzonico Yasuni.
Secondo il documento, il Comitato Yasuní-ITT per l’Esecuzione della Volontà Popolare (CEVP) coordinerà e stabilirà i meccanismi, le linee guida e le azioni che saranno eseguite “per soddisfare la volontà popolare riguardo al Blocco 43”.
Pedro Bermeo, rappresentante del movimento Yasunidos, ha avvertito che il decreto 257 che crea una commissione per analizzare il ritiro del giacimento petrolifero, esclude le organizzazioni che hanno realizzato la consultazione popolare.
Bermeo ha ricordato che il 20 agosto 2023, il 58,9% degli ecuadoriani ha votato a favore del mantenimento del petrolio greggio sottoterra in quella zona, considerata la più grande area protetta della nazione sudamericana.
L’organizzazione denuncia inoltre che il decreto esecutivo cerca di insabbiare ciò che accade nel comune di Olón, in provincia di Santa Elena, dove un’impresa appartenente a Lavinia Valbonesi, moglie del presidente Noboa, sta cercando di realizzare un progetto immobiliare in un’area protetta.
In questo senso, il portavoce del comune di Olón, Simón Velasco, ha avvertito che il comune è stato vittima di repressione negli ultimi mesi ed ha dichiarato che resterà deciso nella difesa del territorio e che prenderà misure legali.
Ig/nta
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