La notizia, che circola sulla stampa e sui social network, potrebbe confondere chi ritiene che, finalmente, Washington abbia ascoltato la richiesta quasi universale di rimuovere la maggiore delle Antille dall’altra lista, altrettanto arbitraria ed illegale: quella degli stati che sponsorizzano il terrorismo.
Ciò che Blinken ha fatto questo mercoledì è stato modificare i criteri riguardanti coloro che “non collaborano”.
“Il Dipartimento ha stabilito che le circostanze per la certificazione di Cuba come ‘paese pienamente non cooperativo’ sono cambiate dal 2022 al 2023”, ha detto un funzionario anonimo, che ha citato la ripresa della cooperazione bilaterale di polizia come una delle ragioni per cui la precedente denominazione “non era più appropriata”.
L’elenco che il Dipartimento di Stato è obbligato per legge a fornire al Congresso degli Stati Uniti non è lo stesso di quello degli stati sponsor del terrorismo, ha sottolineato.
Restano inclusi in tale relazione la Repubblica Popolare Democratica di Corea, Iran, Siria e Venezuela.
“Gli Stati Uniti hanno appena ammesso ciò che è noto a tutti: che Cuba collabora pienamente con gli sforzi contro il terrorismo”, ha scritto il ministro delle Relazioni Internazionali, Bruno Rodríguez, sul suo account di Twitter.
“Tutta la manipolazione politica della questione dovrebbe cessare e la nostra inclusione arbitraria ed ingiusta nella lista dei paesi che sponsorizzano il terrorismo dovrebbe finire”.
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