L’8 maggio, con la firma del decreto 257, abbiamo avviato il processo per il ritiro ordinato di tutte le attività legate all’estrazione del petrolio nel Blocco 43 del Parco Nazionale Yasuní, ha affermato il presidente.
La risposta di Noboa è arrivata dopo che Ruffalo ha difeso le madri ed i bambini che vivono nel Yasuní, nell’Amazzonia ecuadoriana.
Il famoso attore e produttore statunitense ha messo in dubbio l’operato del governo di Noboa dopo la consultazione popolare del 20 agosto 2023, dove il 58,9% degli ecuadoriani ha votato a favore della conservazione del petrolio greggio nel sottosuolo di questa zona, considerata la più grande area protetta della nazione sudamericana.
“Dal cuore della foresta amazzonica al cuore del mondo, la tribù Waorani chiede aiuto. Lo scorso agosto, il popolo dell’Ecuador ha votato in un referendum per rimuovere entro un anno le infrastrutture petrolifere dalle loro terre indigene nel Parco Nazionale Yasuní. Otto mesi dopo non è stato ancora fatto nulla”, ha scritto Ruffalo sul suo social network Twitter.
La pubblicazione, accompagnata da un video, ha guadagnato presto migliaia di “Mi piace” ed ha ricevuto commenti di benvenuto da parte degli ecuadoriani e di altri utenti di tutto il mondo, che hanno approfittato dello spazio per portare alla luce altri tipi di problemi che colpiscono gli indigeni nei loro paesi.
Le parole di Ruffalo citano un messaggio dell’organizzazione Avaaz, che chiedeva al presidente Noboa un programma dettagliato per smettere con le trivellazioni nei giacimenti petroliferi di Yasuní.
La settimana scorsa, membri delle comunità indigene e di organizzazioni sociali e politiche hanno denunciato il governo dell’Ecuador presso la Corte Costituzionale per non aver rispettato ed aver minimizzato le richieste ambientali.
Pedro Bermeo, rappresentante del movimento Yasunidos, ha avvertito che il decreto 257 che crea una commissione per analizzare il ritiro del giacimento petrolifero, esclude le organizzazioni che hanno realizzato la consultazione popolare.
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