Insieme a Biden, sono stati coinvolti nella causa anche altri alti funzionari della sua amministrazione, come il segretario di Stato, Antony Blinken, ed il segretario alla Difesa, Lloyd Austin.
I querelanti chiedono la fine degli aiuti militari e del sostegno diplomatico degli Stati Uniti ad Israele in mezzo alle continue richieste in patria ed all’estero della fine degli attacchi dell’esercito sionista contro la popolazione palestinese nella fascia costiera assediata.
Alcuni giorni fa, la Corte d’Appello del Nono Circuito degli Stati Uniti ha ascoltato le argomentazioni orali del gruppo, presentate dall’avvocata del Centro per i Diritti Costituzionali, Katie Gallagher.
“Vostro Onore, ciò che questo caso espone è un’accusa chiara e debitamente supportata secondo cui è stata violata una legge vincolante: il dovere di prevenire il genocidio e di favoreggiamento ed incitamento al genocidio. Questi doveri sono chiaramente stabiliti dalla legge”, ha affermato.
Durante il fine settimana si sono riuniti centinaia di manifestanti filo-palestinesi davanti alla Casa Bianca con un grande striscione rosso con su scritto: “la linea rossa del popolo”, in segno di protesta contro la politica estera dell’amministrazione Biden.
I partecipanti alla manifestazione hanno chiesto la sospensione dell’invio di aiuti militari ad Israele, che servono solo a continuare i suoi crimini a Gaza.
Dallo scorso 7 ottobre, più di 36.400 palestinesi, il 70% dei quali donne e bambini, hanno perso la vita sotto il fuoco israeliano.
Inoltre, le autorità dell’enclave stimano che sotto le macerie restino circa 10.000 corpi.
Il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken concluderà domani un tour in Egitto, Israele, Giordania e Qatar, nella sua ottava visita nella regione del Medio Oriente negli ultimi otto mesi.
Deisy Francis Mexidor, corrispondente negli Usa di Prensa Latina
