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Il diario di un prete pedofilo commuove l’opinione pubblica in Bolivia

La Paz, 17 giu (Prensa Latina) La pubblicazione in Spagna delle confessioni davanti ad un notaio del prete pedofilo noto come “Lucho Roma” scuote oggi l'opinione pubblica boliviana a causa dei suoi abusi sessuali contro bambine indigene.

La trasmissione televisiva Piedra, Papel y Tinta condotta dalla pluripremiata comunicatrice Claudia Benavente sul canale DTV, ha intervistato oggi il giornalista Julio Núñez, del quotidiano spagnolo El País, e Edwin Alvarado, membro della Comunità dei Sopravvissuti vittime di aggressioni sessuali da presunte guide spirituali.
Ieri, il quotidiano spagnolo El País aveva rivelato, dopo un’indagine durata un anno, che il gesuita catalano Luis María Roma, detto “Lucho Roma”, aveva confessato davanti ad un notaio di aver abusato di centinaia di bambine indigene, durante il suo soggiorno a Charagua, Santa Cruz (1994 e 2005).
Secondo la pubblicazione, questo gesuita ha registrato i nomi ed i cognomi di almeno 70 delle sue vittime.
Núñez ha rivelato che la Compagnia di Gesù nel 2019 era già a conoscenza degli abusi che questo gesuita ha compiuto contro centinaia di bambine indigene in situazioni vulnerabili, eppure non lo hanno denunciato.
“Nel caso del sacerdote Lucho Roma (a differenza di Alfonzo Pedrajas) lui ha annotato nomi e cognomi, per lo più, di almeno 70 vittime, e l’ordine non le ha localizzate, dice che non poteva, ma in un anno El País ne ha localizzate diverse “, ha dichiarato lunedì la stampa specializzata spagnola.
Ha chiarito che solo questa domenica sono usciti alla luce i dettagli dei crimini di Roma, che nel suo testo definisce questi crimini aberranti come “debolezza”.
Ha sottolineato che la leadership dei gesuiti ha nascosto prove inconfutabili, che aveva conservato dal 2019, come video e fotografie, che aveva acquisito dopo la morte di Roma.
Da parte sua, Alvarado ha definito “ipocrita” una dichiarazione della Compagnia di Gesù, in cui si esorta il Pubblico Ministero boliviano ad approfondire le indagini e si invitano le vittime ad intervistarsi con una commissione di questo ordine della chiesa cattolica.
A questo proposito, ha sottolineato che dopo tanti anni passati a nascondere crimini sessuali come quelli di Pedrajas e di Roma, questa è una vecchia pratica ipocrita dell’Ordine di Gesù, cioè quella di impedire che questi crimini vengano alla luce pubblica attraverso metodi di coercizione applicati alle vittime.

Ig/jpm

 

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