I candidati, sette dei quali, rappresentanti dell’opposizione, e del partito al governo, Nicolás Maduro, si sono recati al Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) per riconoscere la proposta del Capo dello Stato di firmare un nuovo documento che rafforzi la democrazia e le istituzioni del paese.
Luis Eduardo Martínez, Daniel Ceballos, Antonio Ecarri, Benjamín Rausseo, José Brito, Javier Bertucci, Claudio Fermín e Nicolás Maduro hanno firmato il testo, mentre il rappresentante della Piattaforma Unitaria Democratica, Edmundo González, ed Enrique Márquez, del partito Centrados, hanno rifiutato di farlo.
Il presidente del CNE, Elvis Amoroso, ha letto il testo che, senza dubbio, rafforza gli impegni assunti con gli Accordi di Barbados dell’ottobre dello scorso anno, in particolare quello delle garanzie politiche per tutti, e quello di Caracas del febbraio del 2024.
La nuova proposta, in sintesi, pone l’accento sul rispetto del potere elettorale come organo di governo elettorale, sull’impegno per la pace, sul rispetto della sovranità nazionale e sulla non ingerenza degli Stati e sul rispetto delle leggi e delle disposizioni costituzionali.
I suoi punti sono riassunti nell’obbedienza dei candidati presidenziali alle “leggi che regolano i processi elettorali” e considerare il CNE come unica autorità capace di organizzare, amministrare, dirigere e monitorare le votazioni di luglio: questo passo è trascendente di fronte alle campagne interne ed esterne installate per screditarlo.
Un altro punto è legato al riconoscimento del rispetto da parte del CNE delle garanzie elettorali stabilite nel calendario approvato del processo in corso, nonché alla ratifica dei suoi risultati dopo la decisione del voto popolare alle urne.
Il documento parla anche di agire in un clima di rispetto, pace e partecipazione democratica, senza interferire prima, durante e dopo il processo e riconoscendo la volontà delle persone di evitare la violenza e gli appelli alla destabilizzazione.
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