Nelle dichiarazioni rilasciate alla stazione televisiva Al Jazeera, il portavoce ha criticato i recenti attacchi deliberati da parte dell’esercito israeliano contro almeno cinque siti affollati di sfollati nell’enclave costiera. Basal ha accusato le forze armate israeliane (IDF) di adottare una nuova politica di bombardamento intensivo delle case, come dimostrato dai loro raid nei quartieri di Al-Tuffah e Al-Shati, situati nella città settentrionale di Gaza.
In più occasioni, le autorità di Gaza hanno avvertito che migliaia di civili sono sepolti sotto gli edifici distrutti dalle bombe israeliane ed hanno sottolineato l’impossibilità di recuperare i corpi a causa della guerra, della mancanza di attrezzature, carburante e personale.
Due giorni fa l’organizzazione non governativa Save of Children ha stimato in 21.000 il numero dei minori dispersi, sepolti sotto le macerie, detenuti o sepolti in tombe non identificate nella Striscia.
Le nostre squadre di protezione hanno riferito che gli ultimi sfollamenti causati dall’offensiva israeliana contro la città meridionale di Rafah hanno separato ancora più bambini dalle loro famiglie, il che ha aumentato la tensione nelle stesse e nelle comunità che si prendono cura di loro, ha avvertito.
È quasi impossibile raccogliere e verificare i dati in quell’enclave costiera, ma si stima che almeno 17.000 bambini siano stati separati dalle loro famiglie ed è probabile che altri quattromila siano sepolti sotto le macerie, ha detto.
Ha fatto notare che molti risultano dispersi, compreso un numero imprecisato che è stato arrestato e trasferito nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani.
Secondo dati ufficiali, più di 37.000 palestinesi sono morti in questo territorio dall’inizio dell’offensiva dell’IDF, mentre più di 85.000 sono rimasti feriti.
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