“Tuttavia siamo forti e crediamo nella fermezza del nostro popolo”, ha dichiarato la funzionaria durante un incontro a Il Cairo, in Egitto, con i membri dell’Unione Generale delle Donne Palestinesi, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Wafa.
Al-Khalili ha affermato che la leadership palestinese lavora “per fermare la cospirazione che cerca di eliminare il nostro progetto nazionale”.
Nel corso dell’incontro la ministra ha spiegato le conseguenze della guerra che è iniziata nell’ottobre dello scorso anno nell’enclave costiera, dove vivono più di due milioni di persone.
Ha fatto riferimento anche agli attacchi israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Orientale occupata.
“Le donne palestinesi stanno pagando un prezzo elevato a causa degli omicidi commessi dall’occupazione israeliana”, ha sottolineato.
A questo proposito ha citato rapporti di organizzazioni internazionali che confermano casi di stupro e molestie nei confronti di diverse donne detenute nei campi di concentramento e nelle carceri israeliane.
Recentemente, le Nazioni Unite hanno avvertito che almeno 557.000 donne nella Striscia di Gaza si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare e varie vulnerabilità di genere.
UN Women ha avvertito in una dichiarazione che “la situazione è particolarmente preoccupante per le madri e le donne adulte, che spesso danno priorità al nutrimento degli altri piuttosto che a loro stesse”.
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