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Palestina condanna la guerra, l’espansione israeliana ed il furto della terra

Ramallah, 5 lug (Prensa Latina) Il portavoce della presidenza palestinese, Nabil Abu Rudeina, ha denunciato oggi la guerra promossa dal governo israeliano nei territori occupati, nonché la sua politica di colonizzazione e di furto delle terre.

In un comunicato, il funzionario ha condannato la decisione del gabinetto del primo ministro Benjamin Netanyahu di espropriare altri 12.715 dunum di terra (circa 1.271 ettari) in Cisgiordania.
Ha criticato anche l’annuncio della costruzione di circa cinquemila case per i coloni in Cisgiordania e la legalizzazione di diversi avamposti, seme di future colonie in questo territorio.
La guerra e gli insediamenti non porteranno né sicurezza né pace a nessuno in Medio Oriente, ha avvertito.
Abu Rudeina stima che l’obiettivo “è impedire la creazione di uno stato palestinese geograficamente contiguo nell’intero territorio occupato nel 1967 in Cisgiordania, Gerusalemme Orientale e Striscia di Gaza”.
Lui ha ricordato che tutte le colonie in queste zone sono illegali, secondo diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e secondo l’opinione maggioritaria della comunità internazionale.
Di fronte a queste azioni estremiste, il nostro popolo non resterà a guardare, ha assicurato.
Il portavoce presidenziale ha accusato gli Stati Uniti di tali decisioni israeliane, che “spingono la situazione verso un’esplosione generale” nei territori occupati.
Secondo il Comitato Palestinese per la Resistenza al Muro ed agli Insediamenti, dall’inizio di quest’anno i funzionari israeliani hanno confiscato circa 3.900 ettari di terra palestinese in Cisgiordania.

Ig/rob

 

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