In dialogo con la stampa presidenziale, dopo la recente sessione del Consiglio dei Ministri, Peña ha elogiato il “sistema nazionale di registrazione, attenzione, seguito e monitoraggio degli atti di violenza di genere, nello scenario familiare”, presentato all’esecutivo nazionale.
Ha spiegato che un gruppo composto da 25 esperti del Ministero degli Interni e della Corte Suprema del Popolo ha sviluppato il registro amministrativo informatizzato e interoperabile, che utilizzerà le piattaforme di queste istituzioni per la gestione dei processi penali.
Ha spiegato che lo scopo di questo registro amministrativo è quello di disporre di informazioni statistiche per la prevenzione nella lotta contro gli atti di violenza di genere ed ha presentato gli elementi ottenuti da tale strumento nel 2023.
Secondo i dati raccolti, il 75% degli atti di violenza di genere è avvenuto tra le mura domestiche, una tendenza che continua anche quest’anno; il 72% delle vittime aveva un’età compresa tra i 25 ed i 59 anni; e 45 corrispondono a lavoratrici non retribuite.
Inoltre, sono state identificate le sopravvissute, che hanno subito abusi durante la relazione e quelle che avevano denunciato in precedenza minacce o lesioni, a volte ripetute, come parte del ciclo di violenza, ha affermato la procuratrice generale della repubblica.
L’attuazione del sistema di registrazione nazionale e la trasparenza dei risultati rafforza lo stato di diritto, contribuisce a scoraggiare le manifestazioni di violenza, combatte l’impunità, aumenta l’educazione giuridica della popolazione e rafforza il tessuto sociale attorno ad un problema che riguarda tutti, nessuno escluso, ha concluso Peña.
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