“Condanniamo e respingiamo l’azione interventista dell’Ambasciata degli Stati Uniti nell’attaccare il capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate e l’ex ministro della difesa, violando i principi e le convenzioni internazionali, tentando di provocare la destabilizzazione delle forze armate”, ha sottolineato il documento.
Inoltre, ha invitato a respingere le minacce esterne che impediscono lo svolgimento di elezioni giuste, libere e democratiche nel 2025, per evitare il ripetersi dei tragici eventi del golpe di stato del 28 giugno 2009, contro l’allora presidente Manuel Zelaya.
D’altra parte, ha riconosciuto la comparizione volontaria davanti al Pubblico Ministero del deputato Carlos Armando Zelaya e le sue dimissioni dall’incarico di segretario del Congresso Nazionale; così come le dimissioni di Rafael Sarmiento dalla direzione del gruppo di Libre, che si è messo a disposizione degli organismi investigativi nazionali ed internazionali.
Il testo sottolinea il sostegno alla decisione ed alla nomina della candidata presidenziale Rixi Moncada come Ministra della Difesa, riconoscendo i suoi diritti politici e costituzionali di partecipazione al processo elettorale ed il suo fermo impegno per la rifondazione dell’Honduras.
“Esprimiamo il nostro sostegno affinché il deputato Racel Tomé continui nella sua campagna politica e diamo un voto di fiducia e di sostegno assoluto ai leader del partito Libre a livello nazionale, ai coordinatori di tutte le correnti ed al coordinatore generale Manuel Zelaya per raggiungere l’unità interna e la condanna ed il rifiuto degli attacchi”, ha osservato.
Inoltre, hanno lanciato un appello ai militanti di Libre affinché partecipino ad una mobilitazione nazionale a Tegucigalpa il 15 settembre, in sostegno della presidentessa dell’Honduras ed in difesa dell’indipendenza nazionale, della costruzione del socialismo democratico e della condanna degli atti interventisti.
“Il Partito Libre è nato nelle strade, resteremo attivi e mobilitati in tutto il paese per continuare a combattere l’oligarchia ed il sistema neoliberista obbrobrioso e corrotto”, ha concluso.
Yosbel Bullaín, giornalista di Prensa Latina