In un discorso, il presidente ha spiegato di aver raccolto le informazioni dopo le dichiarazioni dei magistrati nazionali secondo cui le sue comunicazioni venivano intercettate e perché lui stesso, la sua famiglia e la sua campagna elettorale erano oggetto di queste azioni.
Petro ha letto una comunicazione, da lui richiesta all’autorità competente, dove è registrato l’acquisto del software denominato Pegasus alla società israeliana NSO Group Technologies Limited, specializzata nello sviluppo di strumenti di spionaggio.
Ha rivelato che ciò è avvenuto tra i mesi di giugno e settembre del 2021, sotto il mandato di Ivan Duque (2018-2022), quando il paese attraversava gravi problemi sociali, e poco prima delle campagne sia per il congresso che per le consultazioni presidenziali.
Inoltre, ha spiegato che il pagamento è stato effettuato in due parti ed in contanti.
Successivamente, Petro si è chiesto come sia possibile che 11 milioni di dollari in contanti siano partiti dal paese su due aerei dagli uffici statali diretti in Israele per acquistare un software destinato ad intercettare i telefoni cellulari, e ha stimato che la sua campagna potrebbe essere una di quelle spiate con il programma per computer.
“Con quale ordine giudiziario? -come prevede la Costituzione colombiana affinché queste ingerenze non siano reati-, da dove vengono i soldi?”, ha chiesto il presidente.
Conclude poi che si tratta di riciclaggio di denaro effettuato dallo stato stesso per interferire nelle comunicazioni e precisa che tale indagine non è mai stata effettuata.
Pertanto, ha dichiarato di aver chiesto al direttore dell’unità di informazione e analisi finanziaria di consegnare tutte le prove al Procuratore Generale della Repubblica e di aver chiesto al direttore della polizia, William Salamanca, di trovare il software all’interno o all’esterno del Dipol e consegnarlo alla Procura.
Ha commentato che, se necessario, saranno convocati esperti internazionali per effettuare l’audit forense.
Ibis Frade, corrispondente in Colombia di Prensa Latina