Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati ha denunciato “l’atroce crimine commesso dalle forze di occupazione israeliane”, considerandolo parte della campagna contro il popolo palestinese.
Il Ministero degli Esteri ha precisato che le truppe del paese vicino prendono di mira anche coloro che solidarizzano con la causa del popolo e con i suoi diritti legittimi.
Questo è un altro esempio delle istruzioni e delle direttive del governo di questa nazione che permette e facilita l’uso di proiettili da guerra da parte dei soldati “per uccidere i cittadini palestinesi e chiunque mostri loro solidarietà”, ha sottolineato.
Anche il segretario del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Hussein Al-Sheikh, ha criticato l’omicidio ed ha chiesto che la comunità internazionale metta i responsabili sul banco degli imputati.
Il Consiglio Nazionale Palestinese ha affermato che l’incidente dimostra il “vero volto razzista dell’occupazione”.
L’attacco agli attivisti è la continuazione delle politiche oppressive, aggressive, genocide e di pulizia etnica praticate da Israele, ha affermato l’entità in un comunicato stampa.
Esortiamo il mondo a stare dalla parte del nostro popolo e della sua giusta causa per porre fine all’occupazione e fermare i crimini e la guerra, ha osservato.
Questo pomeriggio il direttore dell’ospedale chirurgico governativo Rafidia di Nablus, Fouad Nafaa, ha annunciato la morte della ragazza di 26 anni dopo essere stata colpita alla testa durante la repressione di una marcia contro l’occupazione della Cisgiordania.
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