Sotto la pioggia sul monte Waraira Repano, a Caracas, il diplomatico ha ringraziato il popolo venezuelano, il PSUV, il governo bolivariano, i movimenti sociali e i movimenti dell’ALBA per la loro presenza alla Tribuna Culturale Antifascista ed Antisionista a sostegno della causa palestinese.
Ha affermato che questo è un atto che deve accadere oggi in tutto il mondo, di coloro che sentono nel cuore il dolore della morte a causa della negazione della vita ad un popolo nobile che “era lì, sarà lì e continuerà restando lì, nella sua terra, per sempre”.
Siamo qui non solo a nome del presidente Nicolás Maduro, ma anche a nome dei 10 stati membri dell’ALBA, tra cui Cuba, Nicaragua, Bolivia, Saint Vincent e Grenadine, Santa Lucia, Saint Kitts e Nevis, Antigua e Barbudas, Dominica, Grenada, Venezuela ed Honduras, ha detto.
Ha ricordato che un anno fa la resistenza palestinese del movimento Hamas ha condotto un’azione contro Israele che alcuni hanno condannato ed altri hanno applaudito, “ma noi rispettiamo tutte le posizioni”.
Sicuramente, ha affermato, l’unica causa di tutte le morti in Palestina, Israele, Siria e Libano è “l’occupazione illegale dei territori palestinesi, non c’è un’altra causa, non è il terrorismo islamico”, ha affermato.
In questo senso ha invitato a lottare contro “l’indifferenza e per i 42mila morti in Palestina”, sottolineando che non sono dei numeri, ma degli esseri umani, delle anime ed è il futuro che si vuole uccidere in questo territorio.
Da parte sua, il primo vicepresidente del PSUV, Diosdado Cabello, ha inviato i suoi saluti ai popoli della Palestina, del Libano e degli arabi attaccati dai responsabili di un genocidio, che governano Israele.
L’ambasciatore palestinese a Caracas, Fadi Alzaben, ha concluso ricordando le cifre delle migliaia di vittime massacrate e sfollate ed ha osservato che “mille famiglie sono state cancellate dal registro civile”, il che significa che “nonni, genitori, figli e nipoti sono stati eliminati per sempre”.
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