La proposta, presentata dalla Guyana a nome dei dieci membri non permanenti dell’organismo, ha ottenuto 14 voti favorevoli in seno alla principale entità che lotta per la pace nel pianeta.
La rappresentanza statunitense – che in precedenza aveva ostacolato diversi progetti di cessate il fuoco – ha giustificato la decisione con la presunta mancanza di collegamento tra la bozza ed il rilascio immediato delle persone detenute da Hamas nell’ottobre del 2023.
Tuttavia, la proposta chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, rispettato da tutte le parti, e ribadisce anche la richiesta del rilascio immediato ed incondizionato di tutti gli ostaggi.
Inoltre, ha chiesto il completo ritiro militare israeliano da Gaza, consentendo il ripopolamento di tutte le aree della Striscia.
A differenza dei cinque membri permanenti – Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia – i membri eletti non hanno potere di veto.
Dopo più di 400 giorni di conflitto, il Consiglio ha dato il via libera solo a quattro risoluzioni sulla questione, con scarso o nessun effetto.
Il voto tanto atteso è coinciso con il terzo giorno consecutivo di dibattito sulla situazione a Gaza, dove la popolazione del nord sta lottando per sopravvivere dopo più di 40 giorni senza assistenza.
“Per essere chiari: tutti i tentativi delle Nazioni Unite di aiutare la popolazione nelle zone assediate del nord di Gaza sono stati negati o impediti”, ha detto martedì ai giornalisti Stéphane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’organizzazione, António Guterres.
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