Con testo e direzione artistica di Liliana Lam e Alberto Corona, l’opera rientra nella programmazione della Settimana della Cultura Britannica a Cuba e prosegue l’interesse del gruppo per i temi dell’uguaglianza di genere, delle nuove mascolinità e della lotta al machismo, temi attuali negli spettacoli precedenti: “Intimidad”, “Kilómetro Cero” e “Clara”.
L’idea del testo nasce dalla lettura dell’epistolario “De profundis”, scritto da Oscar Wilde dal carcere. L’azione è ambientata in un manicomio del XXI secolo dove è confinato il personaggio del regista teatrale, che vive dolorose contraddizioni dovute alla paura di amare.
Secondo Alberto Corona l’opera coniuga le esperienze di Wilde e il suo meraviglioso modo di vedere l’arte con domande riguardanti l’etica dell’artista e la necessità di umiltà nella crescita professionale.
La collaborazione tra Lam e Corona come registi risale ad una precedente esperienza nel pezzo “Intimidad”. Per quanto riguarda la recente co-regia, l’autore ha anche fatto riferimento alla natura atipica del processo di creazione, in cui entrambi gli artisti teatrali hanno concordato proposte e soluzioni, pur avendo visioni diverse della messa in scena.
Corona ha sottolineato il dialogo arricchente avuto con gli attori cubani Hamlet Paredes, Roque Moreno e Mateo Menéndez, protagonisti dell’opera, e la sua soddisfazione per il lavoro di un altro membro della squadra, Pedro Rojas, autore della colonna sonora e compositore della musica eseguita dagli studenti dell’Università delle Arti.
La profondità coincide con il tema centrale della Settimana della Cultura Britannica a Cuba, dedicata quest’anno alla promozione della diversità, dell’uguaglianza, dell’inclusione e alla realizzazione di un approccio culturale e artistico alle comunità LGTBIQ+ del paese europeo e dell’isola caraibica.
Ig/vvr
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