giovedì 9 Gennaio 2025
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Palestina condanna la falsa mappa storica che mostra il Grande Israele

Ramallah, 8 gen (Prensa Latina) Il governo ed i partiti palestinesi hanno condannato oggi con forza la pubblicazione di mappe nei resoconti ufficiali israeliani che rivendicano presunti diritti storici di questo paese su gran parte del Medio Oriente.

Il portavoce presidenziale, Nabil Abu Rudeina, ha affermato che le immagini pubblicate sulle reti sociali da account associati ad organizzazioni ufficiali di questa nazione costituiscono una flagrante violazione di numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e delle leggi internazionali.
Tali politiche estremiste hanno incendiato la regione e portato alle guerre a cui assistiamo oggi, ha sottolineato il funzionario in una nota.
Abu Rudeina ha chiesto un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il ritiro delle truppe israeliane dal territorio e l’attuazione di risoluzioni sulla questione “per raggiungere la pace, la sicurezza e la stabilità nella regione e nel mondo”.
Il capo del Consiglio Nazionale Palestinese, Rawhi Fattouh, si è espresso in modo simile, ritenendo che queste mappe siano un appello alla pulizia etnica nella zona.
Le dichiarazioni razziste ed i piani coloniali non solo costituiscono una minaccia all’esistenza palestinese, ma rappresentano anche una flagrante violazione delle leggi e delle norme internazionali, comprese le Convenzioni di Ginevra, ha sottolineato.
Nel frattempo, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha criticato le mappe sulla presunta estensione dei regni di “Giuda e Israele”, nell’anno 928 a.C., che comprende aree di Egitto, Siria, Palestina, Giordania e Libano.
L’obiettivo è giustificare l’aggressione in corso contro il nostro popolo ed il piano di occupare ancora più terre arabe “in chiara violazione della verità storica e geografica”, ha avvertito il partito di sinistra.
Ha anche messo in guardia contro i tentativi di stabilire una falsa narrativa che serva alle ambizioni espansionistiche del governo di Benjamin Netanyahu.

Ig/rob

 

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