Di recente l’Accademia Cubana della Lingua, di cui è membro veterano, gli ha conferito lo status di Accademico Onorario, e mesi prima, nel 2024, aveva presenziato al lancio in Italia, nella splendida piazza di Campo dei Fiori, dell’86° edizione del suo libro ispirato, storico e classico “Biografía de un Cimarrón”.
Pubblicata per la prima volta nel 1967, questa edizione speciale è stata recentemente ripubblicata dall’editore italiano Quodlibet e contiene note dei celebri scrittori Alejo Carpentier e Ítalo Calvino, oltre a una postfazione dell’antropologa Elena Zapponi.
Sono molte le opere al suo attivo, di questo intellettuale nato a L’Avana il 28 gennaio 1940, ma questo romanzo testimonianza è molto rappresentativo della sua traiettoria. Narra in prima persona la storia di Esteban Montejo, schiavo, fuggitivo e combattente nella guerra d’indipendenza cubana, alla fine del XIX secolo.
Quando il giovane Barnet lo incontrò nel 1963, Montejo, il protagonista, aveva più di un secolo. Si dice che fosse un uomo astuto, testardo e orgoglioso, con ricordi estremamente vividi.
Barnet si è specializzato nella ricerca etnologica e negli aspetti della transculturazione delle religioni di origine africana a Cuba e nei Caraibi.
Lo scrittore cubano è il fondatore dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba e ricopre la carica di Presidente Onorario di tale organizzazione.
Nelle sue opere si fondono i ricordi dell’infanzia, i processi creativi dei suoi testi, la musica cubana, la religione, la razza e tutto ciò che caratterizza e dà vita all’essenza dell’isola, in cui è nato.
E naturalmente mettono in risalto il suo spirito “martiano”, soprattutto perché è nato nella capitale cubana il 28 gennaio, proprio come José Martí, l’eroe nazionale di Cuba ed apostolo dell’indipendenza.
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