Nella sua consueta conferenza stampa, la capa dell’Esecutivo ha ricordato che per anni, durante il cosiddetto periodo neoliberista, nel paese è rimasta bloccata la porta ai medici di base che volevano specializzarsi, “in questa assurda idea che se chiudi l’ingresso, allora avrai studenti eccellenti”.
“Si arriva al momento presente e si dice che Messico ha bisogno di più ospedali, di più centri sanitari, ma per questo servono più medici”, ha spiegato la presidentessa, sottolineando l’esistenza di specializzazioni di 4, 5, 6 anni.
“Intanto che formiamo i nostri specialisti, cosa ha fatto il governo messicano e cosa continuiamo a fare? La porta è aperta ad altre nazionalità che vogliono venire, specialisti residenti, nel nostro paese, compresi i medici cubani”, ha spiegato.
Interrogata sul lavoro dei medici dell’isola nello stato meridionale del Chiapas, la presidentessa ha affermato che non sono presenti solo in questo territorio, ma in molti altri luoghi della nazione.
Nel frattempo, l’amministrazione sta promuovendo la formazione di medici specialisti in Messico, ha affermato la dignitaria, sottolineando che nel 2011 solo seimila persone sono state ammesse alle specializzazioni in tutto il paese, mentre attualmente il numero è di 18.799.
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