Durante un incontro con il deputato repubblicano Darrell Issa, il capo del governo ha ritenuto che non vi sia alcuna giustificazione militare o di sicurezza per la presenza israeliana sul suolo libanese.
Alla presenza dell’ambasciatrice statunitense a Beirut, Lisa Johnson, il capo dell’esecutivo ha sottolineato che la presenza di Israele sul suolo nazionale costituisce una continua violazione degli accordi di cessate il fuoco.
Rappresenta inoltre una violazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e una violazione della sovranità del Libano.
Martedì, allo scadere del termine per il ritiro dal Libano meridionale, le forze israeliane hanno abbandonato le città di Yaroun, Maroun al-Ras, Blida, Mays al-Jabal, Houla, Markaba, Odaisseh, Kfar Kila e al-Wazzani, ma hanno mantenuto la loro presenza in cinque posizioni strategiche lungo il confine.
Nell’ambito degli impegni assunti nei confronti dell’accordo e della strategia di sicurezza nazionale, l’esercito libanese ha completato lo spiegamento delle sue unità nella zona ed ha accompagnato gli abitanti nel loro ritorno ai villaggi del confine meridionale.
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