Paulito è scomparso sabato scorso in un incidente stradale e la notizia ha sconvolto tutta Cuba, tutti i ballerini e ha scosso i social network di tutto il mondo.
Il cantante e compositore esplosivo che si gettava a terra e faceva impazzire i suoi fan ad ogni concerto non poteva ignorare questa audacia fisica, anche quando suonava i brani più popolari del suo repertorio e la “timba” più dura in cui metteva in mostra la sua voce, la sua sensualità e il suo sapore, “soffocando” i ballerini.
Mai, dalla sua giovinezza durante il cosiddetto boom della salsa negli anni ’90 fino all’età di 63 anni, il pubblico lo avrebbe lasciato uscire da un concerto senza vederlo scendere, piegare le gambe fino ad appoggiare la schiena sul pavimento, e poi rialzarsi più volte dicendo “Elevadooooor”, spinto dall’energia degli applausi fragorosi e dalle grida dei suoi ferventi seguaci.
Perché il famoso “soffocatore della salsa”, colui che confessò in una delle sue canzoni di essere nato a L’Avana e di voler morire qui, seminò nei suoi compatrioti non solo buona musica, ma anche amore, talento, impatto, carisma e “cubanità”, attributi che i cubani ricompensano permettendo agli artisti di entrare per sempre nei loro cuori e nella loro storia.
Paulito, con la sua solida carriera, si era già guadagnato un posto nel firmamento della musica e godeva di uno stretto contatto con i suoi fan sull’isola ed in molte altre nazioni in cui aveva portato la sua arte, e anche il suo momento tanto atteso era stato annunciato con “Pal piso”, una frase che fa persino parte del linguaggio popolare nel suo paese.
Innovativo e originale, inarrestabile, questo importante musicista è riconosciuto per aver stabilito gli standard della “timba” e della salsa cubana, fondendo stili diversi in un suono particolare; e generazioni successive di ballerini dentro e fuori Cuba continuano a canticchiare e ad apprezzare le sue canzoni.
Nato a L’Avana nel 1962, ha studiato clarinetto al Conservatorio Ignacio Cervantes e ha preso lezioni di canto con il maestro Luis Carbonell.
Dopo essersi unito a gruppi come Los Yakos, Galaxia e l’orchestra di Adalberto Álvarez, Dan Den e Opus 13, fondò la sua band, “Paulo FG y su Élite”, con la quale ottenne rapidamente una grande popolarità e si conquistò l’ammirazione e l’affetto del popolo, che lo ha tenuto sempre al primo posto nelle preferenze.
In un’intervista, Paulito ha affermato che dopo diversi decenni sulla scena, si sente ancora “attivo, sempre attivo, perché mantengo in me energia ed entusiasmo per continuare a rendere felici le persone, per mantenere felici i miei fans”.
“Che le persone si godano anche solo un momento di piacere, che dimentichino i problemi che possono avere e si dedichino ai concerti, che abbiano tempo per lo svago, questo è il mio obiettivo principale e credo di averlo raggiunto”, ha affermato il direttore dell’Elite.
Dai Liem Lafa Armenteros, giornalista di Prensa Latina