In una conferenza stampa, il politico bolivariano ha spiegato i legami tra l’operazione Relámpago e altri incidenti precedenti, in cui sono implicati narcotrafficanti colombiani ed ecuadoriani, paramilitari, imprenditori e funzionari venezuelani, tra cui tre sindaci.
Ha affermato che, grazie al lavoro di intelligence, sono riusciti anche a smantellare e sequestrare tutte le infrastrutture e le forniture utilizzate dai trafficanti, tra cui tre centri di rifornimento, quattro cantieri navali, tre sottomarini, armi, 25 imbarcazioni, carburante, resina e lamiere zincate.
Nell’ambito del processo, a cui hanno partecipato centinaia di funzionari della sicurezza, sono state arrestate nove persone, tra cui i sindaci dei comuni di Santa Bárbara, Miranda e Almirante Padilla, tutti a Zulia, mentre le indagini proseguono con l’analisi dei telefoni e con altre azioni.
Cabello ha detto che questa è stato un duro colpo al narcotraffico con il “sequestro di 5,4 tonnellate di cocaina ad altissima purezza, proveniente da una rete di narcotrafficanti colombiani.
L’anche ministro venezuelano degli Interni, della Giustizia e della Pace ha dichiarato di non avere dubbi sul coinvolgimento degli ex presidenti colombiani Iván Duque e Álvaro Uribe nel traffico di droga ed ha commentato che l’impatto di questa operazione “inciderà sulle finanze di questi individui”.
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