Gli analisti intervistati dall’agenzia di stampa Safa hanno criticato la recente decisione di Israele di separare 13 quartieri dalle rispettive colonie in Cisgiordania e di dichiararli insediamenti indipendenti.
Questa misura rappresenta un nuovo tentativo di manipolare e frammentare la geografia palestinese, ha affermato Muayyad Shaaban, capo della Commissione per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti.
Shaaban ha fatto notare che la maggior parte di questi avamposti sono stati istituiti due decenni fa e in seguito trasformati in quartieri affiliati agli insediamenti vicini.
Ora Israele ha rivelato la sua vera intenzione: trasformarli in insediamenti con pieno potenziale di espansione sul territorio ed eliminare la possibilità di contiguità geografica tra città e paesi palestinesi, ha avvertito.
Da parte sua, Amir Daoud, direttore della documentazione della Commissione, ha stimato che le autorità del paese vicino hanno come obiettivo centrale la frammentazione del territorio palestinese attraverso l’espansione degli insediamenti, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni possibilità di creare un futuro Stato palestinese.
Ha sottolineato che questi avamposti si espanderanno nel prossimo futuro, isolando gli uni dagli altri i centri abitati palestinesi.
Suhail Khaliliya, esperto in materia, ha espresso un’opinione simile, accusando il governo di Benjamin Netanyahu di cercare di “imporre fatti e realtà sul campo”. L’obiettivo è quello di consolidare la presenza dei coloni su più territorio possibile, in previsione di un momento in cui potrebbero essere costretti a evacuare parte di queste città, ha concluso.
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