L’occupazione israeliana sta conducendo una guerra generale contro tutti i palestinesi, non contro un gruppo o una fazione in particolare, ha affermato in una dichiarazione il partito di sinistra.
Il FPLP ha affermato che la guerra è un tentativo di minare l’esistenza dei palestinesi e cancellare la loro identità nazionale.
La risposta all’aggressione deve passare attraverso l’unità dei ranghi e il rafforzamento della resistenza in tutte le sue forme, ha sottolineato.
Ha inoltre attribuito la responsabilità della crisi umanitaria e delle disastrose condizioni di vita dei residenti dell’enclave costiera al primo ministro Benjamin Netanyahu.
Dal 2 marzo la Striscia non riceve più alcun tipo di aiuto, compresi cibo, medicine e carburante, a seguito dell’imposizione di un rigido blocco da parte dell’esercito israeliano.
A questo proposito, il FPLP ha criticato le “politiche di fame e di assedio” adottate da questo paese.
Ha inoltre denunciato la guerra psicologica e i tentativi di minare l’unità palestinese, definendoli “un tentativo spregevole di fare a pezzi il fronte interno e indebolire la resistenza”.
Di fronte a questa situazione, ha reclamato una maggiore mobilitazione nazionale e popolare per contrastare gli attacchi israeliani che, dalla loro ripresa il 18 marzo, hanno causato, a Gaza, più di mille morti.
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