Il giudice ha accolto la richiesta della Procura Generale della Repubblica, che aveva contestato la detenzione temporanea e chiesto l’archiviazione del rapporto sul reato.
Secondo il procuratore generale Paulo Gonet, la consigliera Liana Cristina da Costa, che ha chiesto la custodia cautelare in carcere, non ha il diritto legale di presentare tale richiesta al Tribunale Supremo e non ci sono prove sufficienti per giustificare l’arresto dell’ex presidente.
Nella sua dichiarazione ha specificato che questo tipo di azioni dovranno essere formalizzate dalla polizia o dalla Procura della Repubblica, organi preposti all’esecuzione di tale misura.
Il procuratore ha inoltre osservato che il Ministero Pubblico Federale ha già richiesto tutte le azioni appropriate nei confronti di Bolsonaro nell’ambito dell’indagine che ha portato all’accusa nei suoi confronti per tentato golpe di Stato.
De Moraes aveva chiesto all’ufficio del Procuratore Generale di pronunciarsi sulla necessità dell’incarcerazione per garantire “l’ordine pubblico”, una direzione naturale del procedimento.
Il politico di estrema destra ha partecipato alle proteste per ottenere il suo indulto e quello degli accusati a Copacabana e Rio de Janeiro, il 16 marzo, ed ha indetto una nuova manifestazione in Avenida Paulista a San Paolo domenica prossima.
Secondo Da Costa, la situazione avrebbe giustificato la detenzione preventiva “per garantire l’ordine pubblico e le indagini procedurali”.
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