Il presidente è intervenuto mercoledì durante la seduta di alto livello del IX Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC), che riunisce in Honduras i rappresentanti dei 33 paesi membri di questo meccanismo di coordinamento politico.
Davanti ai suoi colleghi di una dozzina di stati, tra cui la presidentessa dell’Honduras Xiomara Castro, anfitriona dell’evento, Díaz-Canel ha accusato il governo degli Stati Uniti di utilizzare metodi criminali che cercano di “mettere i popoli contro i loro governi”.
A suo avviso, queste misure coercitive si sono diffuse come una pratica che contamina e compromette le relazioni economiche internazionali, dato il potere pressoché assoluto dell’impero sulle istituzioni finanziarie globali, ha avvertito.
Cuba è pienamente consapevole del costo di questa politica, che negli ultimi anni è stata brutalmente inasprita, ha affermato.
Su questa linea, il presidente ha affermato che l’amministrazione statunitense è determinata a soffocare il popolo cubano, a provocare instabilità politica con la sua crudele ed illegale guerra economica ed a provocare il rovesciamento forzato del suo governo e dell’ordine costituzionale.
Ha affermato che la decisione infondata di Washington di aggiungere ancora una volta Cuba alla sua lista unilaterale di stati sponsor del terrorismo ha un impatto grave sulle aspirazioni di sviluppo e serve da pretesto per intensificare l’assedio contro Cuba, con effetti extraterritoriali.
A questo si aggiunge, ha proseguito, la famigerata campagna contro i programmi di cooperazione medica cubana in più di 50 nazioni, lanciando accuse false contro questo lavoro di solidarietà ed il suo significativo impatto sulla vita di milioni di persone in America Latina, nei Caraibi e nel mondo.
Ha affermato che le restrizioni sui visti per chiunque sul pianeta sostenga o tragga beneficio da tali programmi costituiscono un volgare ricatto, una minaccia oltraggiosa e flagrante e un’aggressione ingiustificata.
“Questa nuova pressione non solo vuole punire Cuba e la vocazione altruistica e umanitaria dei suoi professionisti, ma riflette anche un assoluto disprezzo per la salute delle persone e delle comunità che beneficiano dei servizi medici cubani”, ha insistito.
Per il dignitario cubano è irrealistico pensare che il governo degli Stati Uniti, invece di soldati e armi, possa inviare medici, con le stesse condizioni preferenziali e di sostegno di Cuba.
Ig/edu