L’obiettivo dei manifestanti, tra i quali pare stia partecipando anche Morales, è registrare il primo ex presidente indigeno dello Stato Plurinazionale come candidato per le elezioni generali del prossimo agosto.
In risposta a questa mobilitazione, il ministro del governo, Eduardo Del Castillo ha denunciato ieri che Morales sta cercando di destabilizzare il paese ed ha ribadito che sarà arrestato se trovato per le strade di La Paz, in base ad un mandato di cattura giudiziario emesso nei suoi confronti.
“Evo Morales è ricercato dalla giustizia boliviana per un caso aggravato di tratta di esseri umani (…). Gli chiediamo di consegnarsi volontariamente, perché se lo troveremo per le strade di La Paz, il mandato verrà eseguito (…)”, ha dichiarato il funzionario in una conferenza stampa.
Secondo del Castillo, l’ex presidente sta promuovendo azioni che mirano a “sconvolgere” il paese ed ha affermato che il potere esecutivo agirà nel rispetto della legge per preservare la stabilità.
“La Costituzione e le attuali normative ci autorizzano a usare la forza per garantire la pace e la tranquillità del popolo boliviano”, ha sottolineato.
L’ex presidente della Bolivia sarebbe sotto processo in contumacia.
Inoltre, la Camera Plenaria della Tribunale Costituzionale Plurinazionale (TCP) ha ratificato 48 ore fa la sua incapacità di candidarsi alle elezioni generali del prossimo agosto, dichiarando incostituzionale sia la rielezione continua che la discontinua.
Dopo il verdetto, il membro del TSE, Tahuichi Tahuichi Quispe, ha dichiarato alla stampa che le decisioni dell’Organo Costituzionale sono vincolanti ed inappellabili.
In questo contesto, venerdì il municipio di La Paz ha chiuso temporaneamente Plaza Abaroa, adiacente al TSE, con la scusa che lo spazio in cui i manifestanti pro-Morales avevano intenzione di radunarsi sarà disinfestato e sterminato dai topi.
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