Mentre il mondo celebra il potenziale della tecnologia per costruire società più inclusive, la striscia di Gaza assediata si trova ad affrontare le forme più abominevoli di isolamento e blackout digitale, hanno denunciato l’Ufficio Centrale di Statistica e il Ministero delle Telecomunicazioni palestinesi.
“Il divario digitale si è trasformato da una sfida per lo sviluppo in una battaglia per la sopravvivenza”, sottolinea il documento presentato da entrambe le istituzioni.
Il testo sottolineava che Internet era diventato il principale mezzo di comunicazione dell’enclave costiera, per cercare aiuto e comunicare la verità, nel tentativo di salvare vite umane di fronte a quella che veniva definita una guerra genocida.
Il rapporto cita i risultati dell’indagine sulla forza lavoro, condotta dall’agenzia centrale per la mobilitazione pubblica e le statistiche durante novembre e dicembre del 2024, che mostra un calo significativo nei tassi di utilizzo di Internet a Gaza.
Alla vigilia dell’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza nell’ottobre del 2023, la percentuale di utenti Internet superava l’80%, mentre ora è solo del 61%.
Secondo il testo, la campagna di guerra aveva come obiettivo aziende e società operanti nei settori delle comunicazioni, dell’informatica e delle poste.
Secondo il rapporto, gli attacchi hanno messo fuori uso circa il 64% delle 841 torri gestite da compagnie di telefonia mobile nel territorio palestinese.
Durante l’offensiva, a Gaza sono state documentate più di 15 importanti interruzioni delle comunicazioni e di Internet, alcune delle quali sono durate per giorni.
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