martedì 24 Giugno 2025
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Venezuela: è terminato il sequestro della bambina Maikelys Espinoza

Il ritorno in Venezuela di Maikelys Espinoza, la bambina rapita negli Stati Uniti, è adesso la notizia più importante nel paese.

Dopo essere stata separata dai genitori per un anno dalle autorità dell’immigrazione degli Stati Uniti, la bambina di due anni, che è stata consegnata all’aeroporto prima alla Croce Rossa venezuelana e poi alla prima combattente, Cilia Flores, è tornata a casa con un volo nell’ambito del programma governativo di ritorno in patria.
L’aereo della Omni Air International, partito dal Texas, ha rimpatriato 226 connazionali: 182 uomini, 37 donne e sette bambini, tra cui la minore, rivendicata dai familiari e dalle autorità, che era stata separata dai genitori negli Stati Uniti.
“È stata una battaglia quotidiana e oggi otteniamo una grande vittoria con il suo ritorno”, ha dichiarato Diosdado Cabello, segretario generale del Partito Socialista Unito del Venezuela, che ha accolto all’aeroporto i deportati, 4.386 dei quali sono arrivati nel paese dall’inizio dell’anno.
“Ringraziamo questo popolo solidale e il governo che è rimasto fermo e deciso”, ha affermato Cilia Flores.
Un incontro emozionante ha avuto luogo al Palazzo di Miraflores, sede del governo, dove il presidente Nicolás Maduro, la vicepresidentessa esecutiva Delcy Rodríguez, altre autorità, la madre e la nonna hanno accolto la minore, il cui ritorno è diventato una causa nazionale.
Le immagini televisive hanno mostrato il momento in cui la madre e la nonna di Maikelys si sono abbracciate forte tra gli applausi e le lacrime dei presenti, mentre lei sorrideva e veniva ricoperta di giocattoli.
“Oggi, quando abbraccerò mia figlia, sarà esattamente un anno che ci siamo separate da lei”, ha detto alla stampa la madre della bambina, Yorelys Bernal.
Nel frattempo, Maduro ha ringraziato espressamente l’inviato speciale del Venezuela per i colloqui di pace, Jorge Rodríguez, per tutti i suoi sforzi.
Ha inoltre ringraziato gli avvocati, i movimenti per i diritti civili e i gruppi per i diritti degli immigrati negli Stati Uniti che si sono coordinati con il difensore venezuelano dei diritti umani, Larry Lavoe e la famiglia della ragazza.
“Cercavano un miracolo, e ancora una volta è accaduto, grazie a Dio, prima di tutto, per aver portato questa splendida bambina tra le braccia di sua madre, in un giorno in cui senti che ne è valsa la pena”, ha osservato.
Il leader bolivariano ha ringraziato “in tutta onestà” l’ambasciatore ed inviato speciale del governo degli Stati Uniti, Richard Grenell, per i suoi sforzi e, con lui, “il presidente Donald Trump (…) per aver compiuto questo atto di giustizia profondamente umano”.
“Spero e aspiro che molto presto saremo in grado di salvare anche il padre di Maikelys e i 253 venezuelani rapiti in Salvador”, ha affermato, ed ha chiesto a tutta la popolazione di “restare in attiva solidarietà e mobilitazione”.

Juan Carlos Díaz Guerrero, corrispondente di Prensa Latina in Venezuela

 

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