martedì 24 Giugno 2025
AGENZIA DI STAMPA LATINOAMERICANA
Search
Close this search box.

Cuba commemora 62 anni dall’inizio della cooperazione medica internazionale

L'Avana, 23 mag (Prensa Latina) Il 23 maggio 1963 Cuba inviò la sua prima brigata di professionisti della salute in Algeria, ricorda oggi l'isola caraibica, un evento che segnò una pietra miliare nella storia della cooperazione medica internazionale.

Fu un gesto di solidarietà senza precedenti che, secondo il leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz, rese grande la nazione, “perché tutto ciò che si fa per gli altri, tutto ciò che si fa per gli altri popoli, tutto ciò che si fa per l’umanità, è ciò che può dare senso alla vita di un rivoluzionario ed è l’unica cosa che ci permette di sentirci membri della famiglia umana”.
Da allora, più di 605.000 medici e specialisti hanno prestato i loro servizi in 165 paesi, lasciando un segno indelebile nella vita di milioni di persone, secondo una dichiarazione del Ministero della Salute Pubblica di Cuba (MINSAP) in occasione dell’anniversario.
Oggi, oltre 24.000 collaboratori continuano il loro lavoro in 56 nazioni, affrontando sfide e fornendo soccorso laddove l’assistenza sanitaria è un lusso inaccessibile, spiega il testo, che è anche illustrato con immagini del viaggio dei medici in diverse parti del mondo.
Il loro contributo è stato fondamentale nella lotta contro epidemie, calamità naturali e crisi sanitarie, consolidando l’essenza di un modello basato sull’umanitarismo, la solidarietà e l’internazionalismo, secondo il testo pubblicato sul sito web del MINSAP.
Uno dei più grandi successi della cooperazione medica cubana è stata l’Operazione Miracolo, grazie alla quale più di 3.331.900 pazienti hanno recuperato la vista.
Questa iniziativa, creata da Cuba e Venezuela nel 2004, ha fornito assistenza oculistica gratuita ai residenti a basso reddito, affermando il loro diritto fondamentale alla salute.
In oltre 60 anni di lavoro, i nostri medici hanno eseguito più di 17.342.150 interventi chirurgici e 5.606.400 parti, dimostrando che la salute non deve essere un privilegio, ma un diritto universale.
Nei momenti più difficili, quando i sistemi sanitari sono al collasso e la speranza sembra affievolirsi, i medici dell’isola sono stati lì, a fornire assistenza in zone dimenticate e difficili da raggiungere.
In un mondo in cui la salute è spesso un privilegio, la nazione caraibica la difende come un diritto, perché quando la vita di un popolo è a rischio, il dovere del medico non è mai quello di mettere in discussione o dubitare: è quello di assistere, salvare, trasformare.

Ig/alb

 

ULTIME NOTIZIE
NOTIZIE RELAZIONATE