“La gestione degli oceani si trova di fronte a un problema serio: le decisioni sulla loro conservazione ed il loro uso sostenibile si basano spesso su interessi economici o politici immediati e non sempre su prove scientifiche. Pertanto, il coordinamento tra scienza, cooperazione internazionale e politiche pubbliche è essenziale”, ha avvertito intervenendo a uno dei panel del forum tenutosi nella città francese di Nizza.
La capa della delegazione cubana, una delle 187 presenti all’evento di cinque giorni, ha specificato che l’isola utilizza meccanismi basati su scienza, tecnologia ed innovazione, come motori di sostenibilità e pilastri del lavoro di 14 istituzioni scientifiche, dedicate alla ricerca marina.
Per quanto riguarda le azioni concrete a Cuba, Chapman ha menzionato il ripristino delle barriere coralline, la protezione dei siti critici di riproduzione con chiusure temporanee, il recupero delle mangrovie ed il rafforzamento della resilienza costiera.
Tuttavia, questo sforzo si sta svolgendo in condizioni eccezionalmente avverse, a causa dell’intensificazione del bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti, ha denunciato alla conferenza, co-presieduta da Francia e Costa Rica.
La Vice Prima Ministra ha sottolineato che la politica aggressiva di Washington rappresenta una violazione del diritto allo sviluppo e compromette la risposta climatica, negando l’accesso ai finanziamenti internazionali per i progetti ambientali, ostacolando l’acquisizione di tecnologie marine essenziali e limitando la partecipazione alle reti scientifiche globali.
A questo proposito, Chapman ha avvertito a Nizza che le misure coercitive unilaterali non solo compromettono lo sviluppo di Cuba, ma danneggiano anche la capacità collettiva della regione di proteggere il suo patrimonio oceanico comune.
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