“Nelle proteste a Los Angeles, abbiamo assistito ad un uso eccessivo della forza, all’impiego della Guardia Nazionale USA, ad attacchi contro giornalisti ed a violazioni dei diritti dei migranti. Ma finora non abbiamo visto nessuna condanna di queste azioni da parte dei politici anti-cubani. La loro ipocrisia è grave e disgustosa”, ha accusato il ministro su Twitter.
Le proteste e la loro risposta federale continuano ad intensificarsi, con appelli a manifestazioni ad Atlanta, Burlington e New York con slogan come “Fuori l’ICE (Immigration and Customs Enforcement)” e “Stop alle deportazioni”.
Migliaia di persone sono scese in piazza per esprimere il loro dissenso nei confronti delle politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, che ha ordinato il dispiegamento di altri 2.000 membri della Guardia Nazionale e di circa 700 Marines del Pentagono.
Tra gli atti vandalici e l’uso della forza per reprimere le richieste di un trattamento equo per i migranti, la retorica del presidente è rivolta al governatore dello stato occidentale, Gavin Newsom, ed alla sindaca della città, Karen Bass, che definisce incompetenti.
“La situazione a Los Angeles sembra pessima. MANDATE L’ESERCITO!!!”, ha scritto Trump sul suo account social, minacciando di “dispiegare l’esercito ovunque. Non permetteremo che questo accada al nostro paese. Non permetteremo che il nostro paese venga fatto a pezzi”.
Da parte sua, Newsom ha fatto causa all’amministrazione repubblicana per “dispiegare la Guardia Nazionale di uno stato senza consultare il governatore di quello stato, è un fatto illegale e immorale”.
Lisván Lescaille Durand, giornalista di Prensa Latina
