Nel contesto della sua presenza alla 47° sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, l’esperto ha evidenziato i punti di forza dell’isola in questo ambito, tra cui la volontà politica dello stato, il quadro normativo, il sistema istituzionale e la partecipazione a diversi strumenti internazionali.
La protezione del patrimonio culturale e naturale a Cuba è definita dalla Costituzione, un quadro giuridico ampliato da una serie di leggi, come la Legge 155 del 2023, ha spiegato in alcune dichiarazioni a Prensa Latina.
Secondo Acosta, l’esistenza di un quadro giuridico aggiornato e conforme alle Convenzioni ed ai programmi dell’UNESCO è un elemento rilevante.
Consideriamo inoltre importante l’ampio sistema istituzionale che garantisce la conservazione del patrimonio sull’isola, basato sul principio secondo cui l’organizzazione che possiede e gestisce tali beni si assume la responsabilità della loro protezione, ha affermato.
Cuba vanta nove siti Patrimonio dell’Umanità e oltre 400 Monumenti Nazionali.
Il vicepresidente del Consiglio Nazionale del Patrimonio Culturale ha considerato un ulteriore punto di forza l’ambito territoriale della protezione, che si riflette nel ruolo della comunità e dei suoi organi di governo locali.
Non meno importante, ha proseguito, è il nostro rapporto con l’UNESCO, testimoniato dalla nostra partecipazione a diversi forum e strumenti multilaterali, tra cui la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale, adottata nel 1972.
Alla 47° Sessione, la delegazione della maggiore delle Antille ha denunciato questa settimana all’UNESCO il bloqueo economico, commerciale e finanziario che gli Stati Uniti impongono all’isola da oltre 60 anni.
A questo proposito, il funzionario ha insistito affinché i lavori di conservazione continuino nonostante le condizioni avverse generate da questa politica e da altre sfide globali.
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