Oggi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha messo in discussione le misure punitive nei confronti della persona responsabile del monitoraggio dei diritti fondamentali dei palestinesi nei territori occupati da Israele ed ha esortato Washington a revocare le proprie azioni.
Ha inoltre chiesto la cessazione degli attacchi e delle minacce contro coloro che lavorano per adempiere ai mandati delle procedure speciali, nonché contro istituzioni chiave come la Corte Penale Internazionale.
A sua volta, Albanese ha ribadito il suo impegno nel lavoro.
“Oggi più che mai, mi schiero fermamente e con convinzione dalla parte della giustizia, come ho sempre fatto”. “Provengo da un Paese (Italia) con una tradizione di illustri giuristi, avvocati di talento e giudici coraggiosi”. “Voglio onorarlo”, ha dichiarato in un post sui social media. Ieri, il segretario di stato statunitense, Marco Rubio, aveva annunciato le misure contro Albanese per aver intentato cause legali contro Usa e Israele presso la Corte. Questo mese, l’esperta ha denunciato che decenni di repressione israeliana contro il popolo palestinese sono sostenuti dai profitti di multinazionali indifferenti ai crimini internazionali ed ha chiesto un’indagine sugli omicidi di persone innocenti.
L’esperto ha osservato che Palestina è diventata l’epicentro di una resa dei conti globale e ha denunciato l’incapacità del commercio internazionale e dei sistemi legali di difendere i diritti più elementari di uno dei popoli più diseredati al mondo.
Ha anche messo in guardia contro “un’economia di genocidio ed apartheid”.
Glenda Arcia, giornalista di Prensa Latina
