Una dichiarazione della ONG ha spiegato che il piano israeliano di trasferire i residenti del territorio in una “zona umanitaria” rappresenta una pericolosa escalation del genocidio in corso.
Il progetto prevede il trasferimento di circa 600.000 palestinesi dopo averli sottoposti a “controlli di sicurezza”, imposto rigide restrizioni ai loro movimenti e vietato loro di recarsi in altre aree, ha sottolineato.
Si tratta di una mossa deliberata per svuotare Gaza e imporre con la forza una nuova realtà demografica, ha avvertito.
A questo proposito, ha ricordato la proposta del governo israeliano di promuovere una “migrazione volontaria” dei palestinesi nell’ambito di una politica di sfollamento esterno.
La concentrazione della popolazione di Gaza nel sud non rappresenta un obiettivo umanitario, ma piuttosto una fase transitoria all’interno di un piano sistematico per svuotare il territorio della sua popolazione, ha sottolineato.
L’ONG ha sottolineato che tale idea costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario e costituisce atti di sfollamento forzato, persecuzione e apartheid.
Ha affermato che chiamare questi campi “zone umanitarie” o “zone di transito umanitario” non rappresenta altro che una deliberata manipolazione terminologica per giustificare politiche coercitive volte a rimodellare la realtà demografica nella Striscia.
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