Una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri ha ribadito che Israele non ha nessuna sovranità su alcune parti dei territori palestinesi occupati ed ha definito la misura di Tel Aviv una “flagrante violazione del diritto internazionale e un duro colpo alla soluzione dei due Stati”.
Tali azioni compromettono il diritto del popolo palestinese a istituire uno Stato indipendente e sovrano lungo i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Orientale come capitale, ha affermato Sufian Qudah, portavoce del ministero.
Ha ribadito il rifiuto e la denuncia del Regno di qualsiasi tentativo israeliano di imporre il controllo sulla Cisgiordania.
Ha ritenuto che queste azioni costituiscano chiare violazioni del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare della Risoluzione 2334, che condanna tutte le misure israeliane volte ad alterare la composizione demografica, l’identità e lo status giuridico del territorio palestinese occupato dal 1967, inclusa Gerusalemme Orientale.
Ha inoltre citato il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia, che ha confermato l’illegalità dell’occupazione israeliana, inclusa la costruzione di insediamenti e l’annessione di territori della Cisgiordania.
I legislatori israeliani hanno votato con 71 voti favorevoli e 13 contrari una mozione non vincolante per l’annessione della Cisgiordania occupata a Israele. Secondo i media israeliani, la mozione comprende Giudea, Samaria e la Valle del Giordano come “parte inscindibile della patria storica del popolo ebraico” e chiede che la sovranità israeliana venga applicata a queste aree.
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