venerdì 5 Dicembre 2025
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Trump incastrato tra le accuse ad Obama ed i file su Epstein

La declassificazione dei documenti e le accuse dirette del presidente degli Stati Uniti Donald Trump contro uno dei suoi predecessori, Barack Obama, coincidono con una crisi di fiducia tra i suoi più convinti sostenitori.

Per alcuni osservatori, sollevare la questione della cosiddetta “interferenza russa” e incriminare Obama è come alzare una cortina fumogena di fronte alle continue richieste da parte di membri di entrambi i partiti di rilasciare i file sul delinquente sessuale Jeffrey Epstein.
Un lungo articolo del Wall Street Journal (WSJ) ha rivelato che il Dipartimento di Giustizia aveva avvertito Trump a maggio che il suo nome compariva più volte nei documenti relativi a Epstein.
Un articolo pubblicato dall’autorevole quotidiano indicava che il Procuratore Generale Pam Bondi aveva informato Trump della questione.
Ieri, la Direttrice dell’Intelligence Nazionale Tulsi Gabbard ha ribadito le sue accuse contro Obama (2009-2017) in merito alla tanto discussa questione dell’interferenza russa nelle elezioni del 2016.
Mercoledì, Gabbard è apparsa a sorpresa alla conferenza stampa della Casa Bianca per illustrare i principali risultati di un rapporto della Commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti del 2020, recentemente reso pubblico.
La funzionaria ha affermato che il suo ufficio ha inoltrato i documenti pubblicati al Dipartimento di Giustizia, suggerendo che potrebbero implicare l’ex presidente democratico.
Redatto dalla Commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti nel 2020, il rapporto ha esaminato la presunta interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016, vinte da Trump.
Secondo Gabbard, questa è la prova della “cospirazione” dell’amministrazione Obama contro Trump. Ha inoltre insistito alla Casa Bianca sul fatto che si tratta di una prova “inconfutabile” che l’ex presidente e il suo team per la Sicurezza Nazionale abbiano mentito all’opinione pubblica promuovendo la narrazione secondo cui il presidente russo Vladimir Putin avrebbe favorito il repubblicano.
Obama ha definito tutte queste affermazioni “ridicole e un debole tentativo di distogliere l’attenzione”.
Russia ha ribadito nel corso degli anni di non aver mai interferito e di non avere nessuna intenzione di interferire negli affari interni degli Stati Uniti, e specialmente nei processi elettorali.
Tuttavia, Trump è in qualche modo sulla difensiva di fronte allo spettro di Epstein. Lo criticano per la sua gestione del caso e chiedono la pubblicazione (come promesso prima di entrare in carica) di tutte le prove dei crimini commessi dal magnate, considerato un uomo di successo, morto in prigione dopo un apparente suicidio nel 2019.

Deisy Francis Mexidor, corrispondente di Prensa Latina negli Usa

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