Un’analisi condotta da Ponto Map, una società di consulenza specializzata in analisi della comunicazione, e pubblicata dal quotidiano Valor Econômico, mostra che l’episodio ha stimolato una partecipazione pubblica senza precedenti ai dibattiti sull’economia internazionale.
A luglio, il 15% dei post relativi a cultura, benessere e responsabilità sociale ruotava attorno a questo conflitto commerciale.
“Le persone si coinvolgono quando una questione astratta, come i dazi, colpisce direttamente i loro portafogli o la loro identità”, afferma Giovanna Massulo, direttrice esecutiva di Ponto Map.
Ed è esattamente quello che è successo, poiché molti hanno percepito la mossa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump come un attacco diretto al Brasile, piuttosto che una manovra commerciale.
Il 74% dei post analizzati ha evitato qualsiasi forma di faziosità ed ha espresso una posizione comune: il rifiuto di quella che sembrava un’umiliazione esterna.
Un consenso così insolito ha innescato discorsi di difesa nazionale e di orgoglio brasiliano, chiarendo che, di fronte alla pressione internazionale, le differenze interne possono cedere il passo a un’unità simbolica.
Lula è emerso come uno dei principali beneficiari di questo movimento sui social media. Il 67% dei post lo associava alla difesa della sovranità nazionale, rafforzando la sua immagine di leader di fronte alle sfide globali.
Le tensioni si sono intensificate quando il repubblicano ha annunciato sanzioni contro il giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes. Così, la reazione pubblica ha cambiato tono.
L’umorismo ha sostituito l’indignazione: meme, scherno e satira hanno dominato il dibattito online. In un solo giorno, l’83% dei post ha espresso sostegno al giudice, anche tra utenti senza una chiara affiliazione politica.
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