lunedì 8 Dicembre 2025
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Procura colombiana ha classificato la morte del senatore Uribe come l’omicidio di una figura importante

Bogotà, 11 ago (Prensa Latina) La Procura colombiana ha classificato oggi la morte del senatore Miguel Uribe, candidato presidenziale per il partito Centro Democratico, come l’assassinio di una persona importante. L'uomo è morto due mesi dopo essere stato colpito a colpi d'arma da fuoco a Bogotà.

L’istituzione ha annunciato che l’autore e coloro che sono coinvolti nella preparazione e pianificazione dell’assassinio dovranno ora affrontare la giustizia. Questo si riferisce al minore arrestato in flagrante il 7 giugno ed al procedimento giudiziario in corso contro altre cinque persone coinvolte nel crimine.
“Continua l’impegno per identificare e perseguire gli autori di questo crimine, un compito in cui non si esclude nessuna ipotesi. Stiamo lavorando instancabilmente per raggiungere questo obiettivo, nel rispetto del nostro dovere istituzionale”, si legge nella dichiarazione.
Ha assicurato che dallo stesso giorno dell’attacco si sono mosse tutte le capacità umane, tecniche e scientifiche per far progredire e consolidare l’indagine.
Uribe, 39 anni, è morto questa mattina presto presso la clinica Fundación de Santa Fe di Bogotà, dove era ricoverato dal 7 giugno, quando è stato colpito da un minorenne nella città di Fontibón, a ovest di Bogotà, mentre pronunciava un discorso elettorale.
Nonostante i diversi interventi chirurgici, le sue condizioni sono sempre state critiche e la prognosi riservata.
Miguel Uribe Turbay era nato a Bogotà nel 1986 e si era laureato in giurisprudenza presso l’Universidad de los Andes.
Ha successivamente conseguito un Master in Politiche Pubbliche presso la stessa università e un Master in Pubblica Amministrazione presso la Harvard School of Government negli Stati Uniti.
Da allora, è stato una voce di spicco nell’opposizione al governo di Gustavo Petro.
La vicepresidentessa del paese, Francia Márquez, oltre a esprimere le sue condoglianze alla famiglia, ha parlato della necessità di sradicare la violenza nel paese.
“Non possiamo permettere che la paura e l’odio continuino a toglierci la vita e la speranza”, ha concluso Márquez.

Ig/ifs

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