Il gesto dello statista cubano ha mostrato solidarietà alla folla che lo ha accolto per la prima volta in Bolivia il 5 agosto 1993, in un contesto segnato dalla rabbia nazionale per la sanzione della FIFA contro un giocatore della nazionale andina.
Secondo il giornalista Ovidio Cabrera, nel libro “Privilegiados del tiempo” – presentato di recente in occasione del 99° compleanno di Fidel Castro, il 13 agosto – il leader della Rivoluzione cubana era consapevole del motivo per cui, tra gli applausi di benvenuto, i suoi sostenitori hanno cantato “La coca non è cocaina”.
Giorni prima, la nazionale boliviana aveva sconfitto Brasile per 2-0 a La Paz, una vittoria storica poi rovinata da una dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale dello Sport che annunciava che il numero 4, Miguel Ángel Rimba Alvis, era risultato positivo all’uso di cocaina in un controllo antidoping.
Il pomeriggio del 5 agosto 1993 era già in pieno svolgimento quando il capo di stato antillano, invitato dal neoeletto presidente boliviano Gonzalo Sánchez, uscì sul balcone della piazza e sollevò una tazza di tè di foglie di coca, bevendone il contenuto davanti agli occhi di tutti, afferma l’editorialista.
Vedendo Fidel Castro bere tè di coca, la folla intensificò le grida e i cori e non si stancò mai di pronunciare il nome del leader di questo paese caraibico e mondiale, ricorda il giornalista.
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