La portavoce del Ministero degli Esteri, Mao Ning, ha sottolineato che negli ultimi 60 anni circa 600.000 operatori sanitari sono stati inviati in più di 60 paesi, compresi gli stati caraibici.
Queste brigate mediche hanno fornito assistenza a oltre 230 milioni di persone, eseguito più di 17 milioni di interventi chirurgici e salvato la vita a oltre 12 milioni di pazienti, ha aggiunto.
Mao Ning ha sottolineato che la cooperazione medica cubana svolge un ruolo importante nei sistemi sanitari dei paesi dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Africa, ed è stata quindi accolta con favore dai governi e dai popoli delle nazioni beneficiarie.
Riguardo alle accuse degli Stati Uniti, la portavoce ha affermato che “il cosiddetto ‘lavoro forzato’ è diventato una scusa ed uno strumento di egemonia per fare pressione su altri paesi”. Ha affermato che queste azioni rappresentano un’estensione ed un approfondimento del bloqueo economico che gli Stati Uniti impongono a Cuba da oltre sei decenni, ed ha osservato che diversi leader e settori sociali della regione hanno espresso il loro rifiuto di tali misure.
“Esortiamo gli Stati Uniti a porre immediatamente fine alle sanzioni e al bloqueo contro Cuba, indipendentemente dal pretesto, e ad adottare misure che favoriscano il miglioramento delle relazioni bilaterali e la stabilità regionale”.
“La parte cinese si oppone alla diplomazia coercitiva”, ha concluso Mao Ning.
Isaura Diez Millán, corrispondente in Cina di Prensa Latina





