Questo non è un film a tema sportivo, né evoca la carriera del lottatore di 130 chili Mijaín López, l’unico atleta nella storia olimpica ad aver vinto titoli individuali in cinque Olimpiadi consecutive, ma piuttosto un seguito a quei giorni di competizione a Parigi e ai giorni della preparazione che lo ha preceduto, ha raccontato a Prensa Latina.
Ieri, il Teatro Traversière, nel XII arrondissement di Parigi, ha ospitato una proiezione speciale del documentario di 80 minuti, diretto da Almirante con Ángel Alderete e Héctor Villar. Con questo avvenimento, la Ville Lumière, dove il lottatore ha raggiunto la sua impresa all’età di 41 anni, si è unita a L’Avana e Roma come capitali in cui è stato proiettato prima della sua première ufficiale.
In “Mijaín”, il pubblico è trasportato in una sorta di viaggio indietro nel tempo, all’Arena del Campo di Marte, dove l’ormai leggendario atleta ha gareggiato il 5 e 6 agosto sulla via della gloria; la città di Herradura, nella parte occidentale di Cuba, dove è nato, e la città bulgara di Teteven, dove si sono svolti i suoi ultimi preparativi prima di Parigi 2024.
La sceneggiatura alterna le due location per mostrare l’enorme sacrificio che accompagna il successo sportivo e per far emergere dall’oscurità le persone che lo rendono possibile, fino a convergere nei momenti della vittoria della quinta medaglia d’oro, un’esperienza che milioni di persone sull’isola ed in tutto il mondo hanno vissuto come se fosse loro.
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