In dichiarazioni alla stampa, il portavoce dell’agenzia, Mahmoud Basal, ha spiegato che un altro problema è la grande quantità di munizioni israeliane inesplose nell’enclave costiera.
Sia le organizzazioni non governative (ONG) che le autorità della Striscia di Gaza hanno ripetutamente chiesto assistenza internazionale nella ricerca delle migliaia di palestinesi sepolti sotto le strutture distrutte durante due anni di attacchi israeliani.
Nei primi 20 giorni del cessate il fuoco, in vigore dal 10 ottobre, circa 500 corpi sono stati recuperati nel territorio, secondo i dati della Protezione Civile.
Il mese scorso, Mahmoud Basal ha stimato che oltre 10.000 persone siano ancora sepolte sotto i milioni di tonnellate di macerie che ricoprono l’enclave costiera. Ha criticato il doppio standard prevalente nel mondo, che si preoccupa dei corpi israeliani sepolti a Gaza, ignorando quelli palestinesi.
Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente, oltre 61 milioni di tonnellate di macerie sono sparse nella Striscia di Gaza a causa della guerra.
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