In una dichiarazione ufficiale, il portavoce del Ministero degli Esteri, Fouad Majali, ha affermato che le osservazioni del funzionario israeliano rappresentano una “violazione flagrante” del diritto internazionale e una “chiara minaccia” contro la leadership palestinese.
Majali ha sottolineato che questo tipo di retorica alimenta la violenza in un contesto già segnato da crescenti tensioni nei territori occupati.
Secondo i media israeliani, Ben-Gvir ha chiesto che il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas venga posto in “isolamento” ed ha sostenuto che gli alti funzionari palestinesi dovrebbero essere presi di mira e assassinati se le Nazioni Unite si muoveranno verso il riconoscimento di uno Stato palestinese.
Le dichiarazioni del ministro di estrema destra sono arrivate poche ore prima del voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su una risoluzione volta a bloccare il piano globale per Gaza sostenuto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Tale piano prevede la possibilità di un futuro Stato palestinese, una proposta a cui l’attuale governo israeliano si oppone fermamente.
Majali ha ribadito la condanna del Regno per le ripetute dichiarazioni “razziste e provocatorie” dei membri del governo israeliano, denunciando al contempo
l’intensificazione delle misure restrittive contro la popolazione palestinese nella Cisgiordania occupata e la pressione esercitata sulla sua economia già indebolita.
Il portavoce ha avvertito che tali azioni minacciano di aggravare ulteriormente la situazione sul campo e di mettere a repentaglio la sicurezza e la stabilità dell’intera regione.
Ig/fm
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