Il responsabile del Programma delle Nazioni Unite per l’Azione contro le Mine nei Territori Occupati Palestinesi (UNMAS oPT), Julius van der Walt, ha sottolineato che “oltre due anni di intensi attacchi israeliani” hanno causato una diffusa contaminazione con materiali esplosivi nell’enclave costiera.
Questa situazione non colpisce solo i suoi abitanti, ma anche la distribuzione degli aiuti umanitari e rende estremamente pericolosi gli sforzi di ricostruzione, ha sottolineato.
A questo proposito, ha osservato che i team delle Nazioni Unite affrontano questi pericoli quasi quotidianamente in diverse aree, mentre le famiglie sfollate corrono rischi significativi.
I bambini sono il gruppo più vulnerabile, come accade nella maggior parte delle zone di conflitto in tutto il mondo, a causa della loro curiosità e dei loro tentativi di toccare ordigni inesplosi senza rendersi conto del pericolo, ha lamentato.
Il funzionario ha spiegato che la piccola area geografica della Striscia di Gaza e l’elevata densità di popolazione rendono la situazione più complicata rispetto ad altre zone di conflitto come Siria e Libano.
Pertanto, ha affermato, evitare i residuati esplosivi è quasi impossibile ed ha sottolineato che anche piccoli frammenti potrebbero causare gravi disastri.
Recentemente, anche il responsabile del Programma delle Nazioni Unite per l’Azione contro le Mine (UNMAS), Luke Irving, ha lanciato l’allarme su questo problema.
Citato da Al Jazeera, Irving ha sottolineato che gli ordigni inesplosi rappresentano una minaccia seria per la Striscia di Gaza, e la loro rimozione richiederà molto tempo.
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