Il presidente Miguel Díaz-Canel ha denunciato l’ultimo episodio sui social media, affermando che “costituisce una grave violazione del diritto internazionale e merita la condanna di tutti i popoli amanti della pace”.
“Denunciamo il furto della petroliera venezuelana nelle acque caraibiche da parte delle forze statunitensi. È un atto di pirateria e terrorismo marittimo, una grave violazione del diritto internazionale e merita la condanna del mondo intero. Basta con l’aggressione imperiale!”, ha scritto il presidente sul suo account di Twitter ufficiale.
Da parte sua, la vicepresidentessa esecutiva venezuelana, Delcy Rodríguez, ha confermato che il furto è stato commesso da personale militare statunitense in acque internazionali, definendolo un crimine contro l’umanità, contro la navigazione e la sovranità delle nazioni.
Rodríguez ha sottolineato che l’attacco viola palesemente l’articolo 3 della Convenzione del 1988 per la repressione di atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima, nonché l’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite, la Convenzione di Ginevra e la Dichiarazione sui principi di diritto internazionale relativi alle relazioni amichevoli tra gli stati.
Inoltre, ha condannato il “modello colonialista” imposto da Washington attraverso l’intimidazione e l’uso illegittimo della forza, ribadendo che Venezuela continuerà il suo sviluppo economico ed energetico in modo indipendente e sovrano, con il sostegno del suo popolo e degli alleati internazionali.
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