L’unico uruguaiano condannato all’ergastolo fu l’ex cancelliere Juan Carlos Blanco, accusato dello stesso delitto che si imputava agli altri, disse Mirtha Guianze, direttrice dell’Istituzione Nazionale dei diritti umani.
Inoltre, sono stati condannati all’ergastolo gli ex militari boliviani Luis Garcia Meza e Luis Arce Gomez, riconosciuti colpevoli della morte di circa 20 cittadini italiani durante l’operazione Condor.
Javier Tassino, portavoce dell’organizzazione dei famigliari dell’Uruguay, dichiarò a Montevideo Portal che vari degli assolti sono “genocidi riconosciuti a livello internazionale” ed ha commentato che la decisione di lasciarli in libertà “non è molto giusta per il mondo né per le democrazie”.
“Un genocida libero è un pericolo per tutti”, affermò, e si dispiacque che gli elementi probatori presentati non fossero sufficienti.
Tassino segnalò che l’appello della sentenza della giustizia italiana non lo faranno come organizzazione, bensì in forma individuale.
Il portavoce delle Madri e dei Familiari dei Detenuti Scomparsi paragonò questo verdetto con altri vincolati a crimini commessi durante la dittatura ed espresse che “i problemi li abbiamo noi qua quando permettono gli arresti domiciliari a Josè Gavazzo ed Ernesto Rama che sono genocidi condannati”.
Da Roma, il vicepresidente uruguaiano, Raul Sendic, disse di sentirsi defraudato per la decisione del tribunale, “ma non sono in condizioni di emettere un giudizio sul verdetto”, dichiarò alla Radio Nazionale.
Manifestò che “esiste molto dolore accumulato durante molti anni” ed anticipò che si valuterà insieme con i famigliari degli scomparsi i passi da seguire
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