Così l’affermò dal Centro Internazionale degli Studi Superiori di Comunicazione per l’America Latina (Ciespal) il giudice spagnolo Baltasar Garzon, direttore giuridico della difesa del ciber-attivista che ha già compiuto cinque anni nella sede diplomatica di Quito a Londra.
L’avvocato, di visita in questa capitale dentro la cornice della seconda giornata di riflessione: Julian Assange, cinque anni di libertà negata, affermò che i prossimi passi includono presentare il caso presso l’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati, il Comitato contro la tortura ed il Relatore Speciale sul Diritto alla Salute, perché non esiste ordine di detenzione contro di lui.
Nonostante, le autorità del Regno Unito persistono con l’intenzione nel catturarlo in caso che abbandoni l’ambasciata, aggiunse.
Inoltre, precisò che i suoi difensori ricorreranno a tutti i meccanismi possibili per conoscere se esiste qualche risorsa contro di lui negli Stati Uniti, dove vari alti funzionari fecero pubbliche le loro intenzioni di estradarlo ed il cui governo considera il ciber-attivista ed il suo portale web WikiLeaks come priorità.
Davanti a questa situazione, il 24 ed il 25 agosto il caso si presenterà anche presso la Corte Interamericana dei diritti umani.
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